Tra l'incudine e il martello by Valeria Fargion Elisabetta Gualmini
autore:Valeria, Fargion,Elisabetta, Gualmini [Fargion, Valeria Gualmini, Elisabetta]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Percorsi
ISBN: 9788815317025
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00
2. I dati strutturali
Le cinque regioni considerate nellâambito di questo progetto rappresentano contesti differenziati di inserimento lavorativo degli immigrati. Lombardia e Piemonte, e in modo particolare le rispettive città capoluogo, hanno iniziato ad attrarre immigrati già nel corso della seconda metà degli anni â80, mentre Emilia-Romagna e Toscana si sono imposte come mete di immigrazione negli anni â90 con una maggiore dispersione degli immigrati sul territorio, coerentemente al modello di inserimento proprio delle aree ad economia diffusa [Ambrosini 2001; Colombo e Sciortino 2004]. La Puglia, invece, si è caratterizzata a lungo come contesto di primo arrivo, al centro per tutti gli anni â90 di sbarchi dalla vicina Albania e non solo [Dal Molin 2003]. Lâagricoltura ha rappresentato lâoccupazione prevalente per i migranti in transito verso altre regioni italiane o altri paesi europei; tuttavia nel tempo la presenza immigrata è cresciuta anche in altri settori, come quello turistico e quello dei servizi domestici e assistenziali, portando in molti casi a insediamenti stabili sul territorio.
Come messo in luce dalla tabella 1, la presenza straniera è numericamente e proporzionalmente più consistente nelle quattro regioni del Centro-Nord considerate, e in modo particolare in Emilia-Romagna e in Lombardia. Seguono Toscana e Piemonte, con unâincidenza percentuale sempre ben al di sopra della media nazionale, e infine la Puglia, dove ancora nel 2010 gli stranieri costituiscono poco più del 2% del totale, ben cinque punti al di sotto della media nazionale e a nove punti di distanza dallâEmilia-Romagna. Tuttavia, va considerato che i dati, che si riferiscono agli stranieri regolarmente residenti, non prendono in considerazione la componente irregolare, di solito più consistente al sud.
La tabella 2 illustra più nel dettaglio alcune caratteristiche significative della popolazione immigrata residente che ci permettono di delineare la possibile pressione sui servizi di welfare. Una prima caratteristica rilevante è costituita dal livello di concentrazione/dispersione della diversità , dato che la presenza di molti gruppi nazionali differenti può tradursi in una maggiore pressione sui servizi, che dovranno confrontarsi con unâutenza estremamente diversificata dal punto di vista linguistico e culturale. La tabella 2 mostra i valori dellâindice di diversità inteso come la percentuale di popolazione straniera coperto dalle prime tre nazionalità . Come si può vedere, se Piemonte e Puglia mostrano una forte polarizzazione sui primi tre gruppi nazionali, allâestremo opposto Lombardia ed Emilia-Romagna presentano una maggiore frammentazione, mentre in posizione intermedia troviamo la Toscana, con una concentrazione sui primi tre gruppi vicina al 50%. Questâultima regione si differenzia dalle altre per la particolare preminenza dei cinesi, terzo gruppo nel 2010 (8,7% delle presenze) dopo albanesi (23,8%) e rumeni (23,6%). In tutte le altre regioni, ai primi posti si rilevano sempre gli stessi tre gruppi: i rumeni, primi in Piemonte (34,4%) e in Lombardia (12,9%), secondi in Emilia-Romagna (13,2%) e in Puglia (23,6%); gli albanesi, primi in Puglia (23,8%), al terzo posto nelle altre regioni (11,5% in Piemonte, 12,1% in Emilia-Romagna e 9,4% in Lombardia); e i marocchini, primi in Emilia-Romagna (14,1%), al secondo posto in Piemonte (16,1%) e Lombardia (10,3%), e al terzo in Puglia (8%).
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